Nuove indagini nel mondo della poesia - MARZO 2022

Rubrica: “PER QUESTO MARE, POESIANDO, NAVIGARE”

Le indagini poetiche - Marzo 2022

In questa edizione leggerai qualcosa di Cesare Pavese, Il Poeta Informatico, Alfonso Gatto e Umberto Saba.





I minuti passano, poi le ore e anche i giorni. Siete sullo stesso sentiero da anni, è il sentiero della vita. E come negare che, ad un certo punto, ci si può ritrovare in un momento buio? Immaginiamo un burrone che compare d’improvviso dopo una piccola curva, una roccia si erge innanzi ai nostri occhi e ci blocca il passaggio. Che fare? Siamo a marzo, un mese che i saggi ci dicono essere “pazzarello” probabilmente per le condizioni meteo ancora più instabili di quelle degli altri mesi. Ma l’imprevisto potrà mai bloccare il nostro incedere? Cesare Pavese, nella sua Marzo, ci descrive un po’ questi 31 giorni.




Cesare Pavese - Marzo

Io sono Marzo che vengo col vento
col sole e l’acqua e nessuno contento;
vo’ pellegrino in digiuno e preghiera
cercando invano la Primavera.
Di grandi Santi m’adorno e mi glorio:
Tommaso il sette e poi il grande Gregorio;
con Benedetto la rondin tornata
saluta e canta la Santa Annunziata.
Primavera
Sarà un volto chiaro.
S’apriranno le strade
sui colli di pini
e di pietra….
I fiori spruzzati
di colore alle fontane
occhieggeranno come
donne divertite: Le scale
le terrazze le rondini
canteranno nel sole.


Il sole, le rondini, i fiori, in qualche modo già sentiamo l’odore della primavera che giungerà ufficialmente ad aprile ma che a marzo ha la sua semina, così come accade per le piante prima di trapiantarle. E a marzo di piante da seminare ne ritroviamo tante: le donne, il padre, i ricordi, il passaggio all’ora legale.




Il Poeta Informatico - Donne

V’è cotanta bellezza
nel viso di donna
che perdizion di tua vita
in suo splendore da…


In questi versi, il poeta prova a donarci un’immagine della donna, così infinita, così eccezionale, eppur così maltrattata. A marzo la portiamo su un piedistallo, facciamo che non sia solo per un giorno. Accade così che il 19 marzo c’è anche una festa tanto amata soprattutto dai bambini che preparano da soli bigliettini o piccoli pensierini da donare ai loro padri. Da sempre considerati roccia in una famiglia, ogni poeta ha dedicato almeno una poesia a un genitore. In questo caso è Alfonso Gatto, poeta salernitano, a ricordare il padre come ombra perenne della sua vita.




Alfonso Gatto - A mio padre

Se mi tornassi questa sera accanto
lungo la via dove scende l’ombra
azzurra già che sembra primavera,
per dirti quanto è buio il mondo e come
ai nostri sogni in libertà s’accenda
di speranze di poveri di cielo,
io troverei un pianto da bambino
e gli occhi aperti di sorriso, neri
neri come le rondini del mare.
Mi basterebbe che tu fossi vivo,
un uomo vivo col tuo cuore è un sogno.
Ora alla terra è un’ombra la memoria
della tua voce che diceva ai figli:
“Com’è bella la notte e com’è buona
ad amarci così con l’aria in piena
fin dentro al sonno”. Tu vedevi il mondo
nel novilunio sporgere a quel cielo,
gli uomini incamminati verso l’alba.


Pian pianino la neve si scioglie e tutto si riempirà d’erba e di fiori. Ma c’è qualcosa che c’è già a marzo, il biancospino. L’ultimo ricordo dei tenui colori invernali.




Umberto Saba - Il biancospino

Di marzo per la via
della fontana
la siepe s’è svegliata
tutta bianca,
ma non è neve,
quella: è biancospino
tremulo ai primi
soffi del mattino.


E giunti alla fine del sentiero di questo mese così particolare e in qualche modo speciale, ci affacciamo e un odore di primavera ci pervade. Ma prima di fare un salto nel nuovo mese, lanciamo uno sguardo verso un grande Pier Paolo Pasolini. Da quel marzo del 1922 che lo vide nascere, sono passati cento anni. Una sua frase è quella che ci sembra più intonata al momento che stiamo vivendo.




Pier Paolo Pasolini

“Lo sapevi, peccare non significa fare il male: non fare il bene, questo significa peccare.
Quanto bene tu potevi fare! E non l'hai fatto: non c'è stato un peccatore più grande di te.”